Con Ennio Leonzio
Con Ennio Leonzio
"Nell'ultimo mese ho avuto parecchio dolore alla gamba e abbiamo cercato di capire per bene cosa fosse successo. Ora mi sento molto meglio. Non potevo tirarmi indietro in Coppa Italia: una competizione che non avevo mai disputato e in cui la squadra aveva bisogno di me; peccato per l’esito della partita, ci abbiamo provato e potevamo farcela, poi, quando i falli hanno limitato Cap, è uscita fuori la fisicità di Omegna e sotto quel punto di vista si sono davvero imposti. A Cerignola già provavo meno dolore e la gamba la sentivo bene. Credo di aver giocato una buona gara ma in questa crescita non c’è solo il mio miglioramento: è la squadra che lavora bene e c’è il coach che mi mette a mio agio.
Sto un po’ variando le mie caratteristiche: in serie B mi sono costruito come penetratore, adesso sto giocando più da tiratore. Stiamo anche lavorando per farmi fare il vice-playmaker, affinché io possa aiutare un pochino Caverni e D’Eustachio nel ruolo, dopo l’infortunio di Grosso. Stefano mi insegna tanto e speriamo di poter migliorare ancora prima dei playoff. In realtà ho fatto il play già alla Stella Azzurra, ma poi, in A2 giocavo con dei playmaker americani e, di conseguenza, quando toccavo il parquet spesso lo facevo per giocare da guardia. Così, anche con il passare del tempo mi sono un po’ adagiato nel ruolo. È vero, in questo periodo sto facendo parecchi punti, ma non dimentico l’avvio in cui facevo fatica a trovare il canestro: speriamo di continuare così!
Ho conosciuto Stefano Rajola nel 2007, quado era a Scafati, e io addirittura andavo a vederlo quando giocava. Poi abbiamo anche giocato contro, proprio quando ero alla Stella Azzurra, ora lui mi allena! Abbiamo avuto sempre un buon rapporto, anche di amicizia. Questo feeling adesso ha sfumature diverse, perché i ruoli sono cambiati, ma rimane davvero molto positivo e l’amicizia resta. Lui mi aiuta e mi dà tanta fiducia... così tanta che forse nemmeno io me la sarei concessa!
Per giocare alla Stella Azzurra sono andato via a quindici anni, per fare il secondo anno di Under17 e poi continuare nel biennio dell’U19. Siamo arrivati due volte al quarto posto alle finali Nazionali. Il primo anno tornavo a casa ogni fine settimana e sentivo un sacco la nostalgia. Poi, piano piano, mi sono legato al gruppo, soprattutto ai ragazzi nuovi. Nel secondo anno, è venuto a mancare il mio compagno di stanza, Mario Delle Cave. Da lì c’è stata una trasformazione in me: ero un ragazzo che stava lontano da casa e persi il mio migliore amico, il mio confidente, la persona con cui a Roma condividevo tutto. Lì è iniziata la mia carriera, non soltanto con le giovanili ma soprattutto in serie B, giocando anche contro l’Amatori: in casa vincevo… a Pescara mai! Consiglierei assolutamente l’esperienza della Stella Azzurra a chi ha le idee chiare: a chi pensa solo al basket e vuol fare il giocatore, quel mondo regala tantissimo. Chi è in dubbio e non sa cosa fare nel futuro, perché ad esempio vuole studiare, probabilmente potrebbe fare altre scelte.
Abbiamo la fortuna di avere un gruppo formato da bravi ragazzi. Nessuno è venuto per imporsi o per rompere gli equilibri. Speriamo che Grosso riesca a stare con noi anche durante la convalescenza: vorremmo tenere la squadra più unita possibile. Mlinar è in casa con me e Michele: ci fa da badante! (risate, ndr). Se stiamo per combinare qualcosa, lui ci ferma prima! Siamo un collettivo che sta davvero sempre insieme: ci possono essere delle divergenze in campo ma la realtà è che stiamo bene anche fuori dal parquet. L’Amatori quest’anno ha già dimostrato tanto, vincendo a Bisceglie e Recanati e arrivando a +10 contro Omegna. Ci possiamo aspettare grandi cose ma adesso dobbiamo soltanto pensare ad arrivare più in alto possibile in campionato. Poi penseremo ai playoff e cercheremo di fare qualcosa di grande per i nostri tifosi"
A cura di Vincenzo De Fanis – Ufficio Stampa Amatori Basket