Un fuoriclasse in famiglia: Grosso e Polonara si raccontano
Abbiamo deciso di presentare la sfida Amatori-Nardò in modo inconsueto, con un’intervista doppia a Andrea Grosso e Valerio Polonara. Li unisce una grande amicizia e una particolarità: entrambi hanno un fratello ai massimi vertici sportivi
I due si ritroveranno domenica per la sfida tra Amatori e Nardò. Il primo, nonostante sia fermo per infortunio, è il capitano di Pescara; il secondo, da due anni, lotta sotto canestro con la canotta dei salentini. Il fratello di Andrea è quel Fabio che ha fatto diventare Pescara, per un’estate, la capitale del mondo, calciando il rigore che ha permesso all’Italia di vincere il Mondiale. Il fratello di Valerio è Achille, ala della Dinamo Sassari, con un’esperienza nella Summer League americana e con tanti gettoni di presenza in nazionale.
Grosso e Polonara: perchè siete così amici? Ci raccontate il vostro rapporto?
Andrea Grosso: abbiamo giocato l’uno contro l’altro tanti anni fa, da giovanissimi, lui ad Ancona e io a Jesi. Abbiamo bazzicato gli stessi posti in anni diversi, sfiorandoci per poi incontrarci ad Acireale. Lì si è cementata una bella amicizia perché ci siamo conosciuti meglio e abbiamo vissuto tante bellissime esperienze, pur perdendo la finale, in un posto stupendo. Abbiamo proseguito insieme a Lanciano, con Giorgio Salvemini; anche lì abbiamo scoperto belle sensazioni. Io e Valerio abbiamo legato parecchio e anche le nostre famiglie hanno stretto un bel rapporto, che ormai va molto oltre il campo.
Valerio Polonara: Andrea per me è davvero un fratello, talmente è forte la nostra amicizia. Siamo davvero legati, abbiamo stretto un rapporto forte in Sicilia, dove eravamo molto lontani da casa e abbiamo condiviso praticamente tutto. Siamo stati insieme anche Lanciano, poi io sono arrivato a Pescara e questo ha ulteriormente rafforzato in nostro rapporto: abbiamo tanti amici in comune, l’estate passiamo molto tempo insieme, andiamo al mare, giochiamo a beach volley e abbiamo formato un bel gruppo con cui divertirsi. Sarà bello ritrovarlo, ora che gioco in Salento.
Entrambi avete un fratello che nello sport ha fatto parecchia strada…
Valerio: Anche del mio rapporto con Achille sono molto felice: posso parlare di un rapporto di assoluto feeling, siamo amici prima che fratelli. Con lui ci confrontiamo su tutto e, anche se gioca in Serie A, mi ascolta tantissimo e segue i miei consigli. Sono la prima persona con cui si sfoga, sia parlando di basket che di vita vissuta. Io sono il fratello maggiore e quindi qualcosina da insegnargli ce l’ho. Anche se siamo a parecchia distanza, il legame cresce giorno dopo giorno nonostante la distanza, ci sentiamo quotidianamente.
Andrea: il mio rapporto con Fabio è diverso rispetto a quello che hanno Valerio e Achille, perché mio fratello ha dieci anni più di me. Per me lui è un vero esempio, un punto di riferimento a cui ho sempre chiesto consigli. Io sono felicissimo dei suoi successi, che sono meritati per l’impegno e per la serietà che ci mette. Lui mi ha spiegato tanto sull’approccio al lavoro, sul modo di rapportarsi con compagni e allenatori, non c’è stata una volta che lui non sia stato un esempio di quello che mi insegnava. La sua etica e le sue vittorie sono sotto gli occhi di tutti; per me i suoi vengono dopo la stima umana che ho per lui come persona.
Qual è il ruolo della famiglia in tutto questo cammino?
Andrea: A casa Grosso lo sport è il pane quotidiano: mio padre giocava a calcio e ha allenato; mio fratello più grande, Pierpaolo, ha fatto nuoto e calcio, anche se poi nella vita ha fatto altro.. I nostri genitori ci hanno sempre appoggiato, senza caricarci troppo ma spingendoci ad affrontare ogni cosa con serietà. Quando a mio padre ho detto che volevo fare il giocatore, lui mi ha spronato a dare il massimo: mi ha detto di non tralasciare lo studio ma non ha mai frenato le mie ambizioni. Un appoggio discreto e mai invadente. Mia mamma, ogni tanto, da piccoli, ci faceva vergognare per le urla che lanciava sia al palazzetto che all’antistadio, ma è sempre stata una presenza fondamentale, anche se oggi però segue un po’ meno perché le partite sono diventate davvero troppe! Papà ultimamente si divide tra Pescara e Bari, dove allena Fabio, complice anche il mio infortunio. Credo comunque che già da domani torni a fare presenza fissa al palazzetto, perché ama la nostra squadra e non riesce a non seguirla.
Valerio: la mia famiglia è molto presente senza mai diventare invadente; in venti anni ci ha seguito praticamente ovunque, in ogni parte d’Italia, in qualsiasi luogo mio fratello ed io finissimo per giocare. Ormai, con il successo di Achille, ogni tanto si spingono anche all’estero. Ci hanno offerto valori e principi che vanno oltre lo sport. Domani saranno al palazzetto e ne sono molto felice. Io ho iniziato a giocare a basket, come tutti i bambini, perché mi ha invitato un amichetto, presto ho iniziato a emergere e sono andato a giocare fuori città e loro mi hanno sempre seguito, portando anche mio fratellino, lui perennemente con la palla da basket in mano. Per Achille è stato automatico buttarsi nel mondo della pallacanestro e crescendo, forse, ha avuto una vita un pochino più facile perché la mia esperienza gli hai spianato la strada su alcune cose; a sedici anni è arrivato a Teramo e su di lui hanno fatto un gran lavoro, da vero club di Serie A. Da lì poi ha avuto una grande ascesa, è esploso e ha visto palcoscenici più grandi e questa cosa non mi ha mai dato fastidio, anzi, siamo sempre stati molto uniti perché io sono il suo primo tifoso e l’ho sempre incoraggiato. Abbiamo un rapporto stupendo, una vera collaborazione tecnica e emotiva. Ci capiamo al volo, d’altronde ho giocato in palcoscenici diversi ma le difficoltà e le sensazioni sono molto simili.
Vorrei che Valerio mi parlasse dei suoi due anni a Pescara con l’Amatori…
Valerio: Esperienza fantastica, in cui avevamo grandi obiettivi e li abbiamo raggiunti, spingendoci forse oltre. Al primo anno siamo arrivati in semifinale, l’anno dopo addirittura in finale. Un biennio bellissimo, intenso, in cui ho trovato tanti amici e ho un bellissimo ricordo di tutti. Sarà molto emozionante giocare contro l’Amatori e contro ragazzi che conosco bene, come Bini e Capitanelli. Il Palaelettra è un campo dove è molto difficile vincere, in quel periodo ne abbiamo perse veramente poche… gli avversari devono sempre fare un’impresa per espugnarlo.
Che partita sarà Amatori – Nardò?
Valerio: si affrontano due squadre bene organizzate, con ottimi nomi. Sarà una partita aperta, in cui Nardò vuole giocarsela; che vinca la squadra migliore. Qui mi trovo molto bene: splendido luogo, bellissimo contorno, persone con cui mi trovo molto bene.
Andrea: Sarà una partita durissima, per il valore dell’avversario e per l’andamento del nostro campionato. Non aver ancora vinto in casa non deve diventare né un peso né una paranoia: dovremo fare la nostra partita. È vero, in casa abbiamo perso tre partite, ma sempre per un soffio e spesso avendo la chance di chiudere. Non avremo giocato il nostro miglior basket, ma se avessimo vinto tutte le partite non avremmo rubato nulla, nessuno può recriminare. Contro San Severo che è a punteggio pieno eravamo in vantaggio di due punti e con poco tempo sul cronometro abbiamo sprecato la palla che poteva chiudere la contesa… quindi non dobbiamo fare drammi. Certamente domani sarà necessario giocare quaranta minuti di intensità e concentrazione.
Appuntamento domenica 5 novembre alle 18:00 al Pala “Aterno Gas&Power”. Non mancate. Loro ci saranno.
Vincenzo De Fanis – Ufficio Stampa Amatori Basket