“Pronto a farmi da parte, per difendere la mia squadra. Questa pioggia di squalifiche offende una città intera”. Il Presidente pronto alle dimissioni
“Fino a quando sarò il Presidente dell’Amatori Pescara, a questa piazza e a questa città sarà sempre impedito il sogno di ambire a grandi traguardi. Devo capirlo, dobbiamo capirlo, tutti. Temo sia arrivato il momento di farsi da parte: lo devo ai quattrocento pescaresi che il venerdì pomeriggio si sono mossi per seguire questa squadra e sono stati offesi da questo arbitraggio e da questo referto. Forse lo devo anche a me stesso, perché gli investimenti personali non possono essere umiliati in questo modo. Devo difendere anche i miei giocatori, lo staff, la dirigenza: questo trattamento è inaccettabile e queste squalifiche offendono tutta Pescara.
Un arbitraggio incredibile, l’ennesimo in questa stagione, ha colpito la squadra e ne ha fermato le ambizioni. Complimenti a Omegna, squadra davvero forte, ma quello che è successo sul parquet e soprattutto subito dopo è letteralmente inaccettabile. Da qualche anno mi sono scontrato con Federazione e Lega e probabilmente per questo motivo Pescara è osteggiata a certi livelli. Sinceramente non trovo altre motivazioni e allora sto pensando di farmi da parte io, per il bene di tutti.
Il referto arbitrale di ieri offende un’intera città: squalifiche a pioggia che colpiscono, come una beffa finale, tutta l’Amatori. Come è possibile subire questo trattamento? Faccio, come sempre, i miei sinceri complimenti agli avversari, che si sono confermati fortissimi: battere squadre competitive come Omegna è già difficilissimo; dover superare, per l’ennesima volta, anche difficoltà aggiuntive diventa davvero insostenibile per chi prova a fare pallacanestro ad alto livello.
Non posso dimenticare nemmeno le decisioni arbitrali che ci hanno colpito in questi anni nelle partite più importanti: da quella semifinale contro Agropoli in poi, tanti match decisivi sono stati influenzati da fischi sorprendenti e credo che nei finali di gara siamo stati troppo spesso puniti. Ci saremmo potuti togliere tante soddisfazioni in più. Se per tutelare Pescara dovrò lasciare la presidenza, sono pronto a farlo. Non si può andare avanti così”.
Parole amare, quanto lucide, quelle di Carlo Di Fabio, patron dell’Amatori Pescara. Sentimenti che diventano nerissimi quando viene omologato un referto arbitrale che squalifica in maniera clamorosa coach Rajola, Capitanelli, Leonzio, Caverni e pure il dirigente accompagnatore Bedeschini Bucci. Pescara, semplicemente, offesa. “Comportamento platealmente protestatario”, si legge, al termine di una sfida tirata, fisica, come una Final Eight di Coppa Italia…
È probabilmente inutile andare a sottolineare, con la lente d’ingrandimento, tutti gli episodi della partita. Necessario, invece, fare qualcosa per tutelare il movimento pescarese al termine di una serata al limite dell’inverosimile. Come se non bastasse quello che è successo in campo, queste cinque squalifiche colpiscono tutta l’Unibasket e tutto il movimento cittadino.
Chi sta scrivendo questo articolo si prende la libertà di scrivere una sua conclusione. Probabilmente il Pres darà le dimissioni e si caricherà sulle spalle tutta questa situazione, per il senso di responsabilità che sente verso la pallacanestro pescarese. L’ambiente pescarese e la tifoseria riusciranno a farlo tornare sui suoi passi? Ad oggi un dietrofront sembra complicato. Sostenerlo e riportarlo in sella sarebbe l’ennesima impresa targata Pescara.
A cura di Vincenzo De Fanis