Coach D'Addio: “Con calma aggiusteremo tutto e ricominceremo sicuramente a dire la nostra”

“Peccato, perchè c'è tanta amarezza dopo una partita persa così”

29.01.2023

 

Mastica amaro l'Amatori Pescara dopo il ko di Roseto nell'anticipo di C Gold, una sconfitta maturata solo nell'ultimo minuto di gioco dove testa e nervi hanno fatto la differenza, ben più degli aspetti tecnici e di quelli tattici. “Questo è un dettaglio sul quale stiamo ponendo l'accento già da un po'”, inizia l'analisi post gara coach Federico D'Addio, “anche perchè le partite fuori casa, soprattutto su certi campi, si vincono più con l'energia mentale che con la tecnica e la tattica. Abbiamo avuto la forza di rientrare dopo un avvio di certo non come ci eravamo immaginati di avere, abbiamo messo anche il muso avanti più di una volta, e la partita probabilmente si stava incanalando nella direzione in cui avevamo provato ad immaginarla durante la settimana. A 45 secondi dalla fine il punteggio era in parità e in quei momenti conta più la capacità di stare dentro le situazioni che l'aspetto tecnico-tattico. Peccato, perchè c'è tanta amarezza dopo una partita persa così”. 

Questo ko fa il paio con quello di due settimane fa a L'Aquila: cosa c'è di diverso e cosa c'è di uguale in queste due sconfitte? “A Roseto avevo la sensazione che, tranne nella prima parte della gara dove siamo entrati scarichi e non con le scarpe ben allacciate”, risponde il tecnico, “nel momento in cui abbiamo ripreso la partita e la stavamo gestendo avevo la sensazione che avremmo potuto portarla a casa. Probabilmente quintetti strani, dovuti anche alla situazione falli, ci hanno tolto un po' di equilibrio, ma i ragazzi fino a 45 secondi dalla fine hanno retto l'urto nella maniera giusta”. 

A cosa è dovuto l'approccio non ottimale? Alla troppa tensione o a cosa? “La risposta è sempre la stessa, quando si ha ra le mani un gruppo giovane può capitare di avere momenti down o un approccio che non è sempre quello dei migliori. Ad esempio a L'Aquila abbiamo avuto un approccio super, poi un momento down nel secondo quarto, mentre in questa gara è stato esattamente l'opposto. Siamo partiti col freno a mano tirato, poi quando ci siamo tolti addosso la cosiddetta scimmia ci siamo messi a giocare a pallacanestro e credo che a tratti abbiamo espresso anche un discreto basket”.

L'obiettivo immediato da raggiungere è quello di avere un rendimento alto standard, evitando di avere picchi verso l'alto e picchi verso il basso entrambi prepotenti nel corso dei 40 minuti? “Questa è la chiave di lettura più importante per dare a questo gruppo definitivamente il la e renderlo competitivo più di quanto già non lo sia ora. Probabilmente, se avessimo avuto Pierucci a pieno regime e non reduce da 15 giorni di stop le rotazioni potevano essere indirizzate in un altro modo, ma fa parte del gioco. In quest'ultimo periodo stiamo pagando un po' questo fattore, ma con calma e col giusto equilibrio, stando con i piedi ben saldi a terra, possiamo continuare il nostro percorso e dire la nostra fino alla fine. L'obiettivo, come ci siamo detto più volte ad inizio stagione e come continuamente dico ai ragazzi, non è vincere una battaglia ma arrivare in fondo e vincere la guerra, sportivamente parlando ovviamente. E per vincere la guerra c'è bisogno di compattezza da parte di tutti, noi dello staff in primis che dobbiamo essere dentro le cose e continuare a lavorare con grande umiltà e con grande voglia di dare ai ragazzi tutto quello che possiamo per facilitare loro il compito alla domenica. Con calma aggiusteremo tutto e ricominceremo sicuramente a dire la nostra” 

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